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Germania: “Per gli ebrei è meglio non mostrare la kippah tra i musulmani”

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“Evitate la kippah tra i musulmani”

Il presidente del Consiglio degli ebrei in Germania: “Mai nascondersi per paura, ma non è ragionevole farsi identificare da malintenzionati”.

kippah-germania-ebrei-pericolo-focus-on-israelBerlino – Meglio evitare la kippah, in certi contesti. Non è un allarmista, ripete spesso che non bisogna avere paura e anche a Benyamin Netanyahu ha recentemente replicato che scegliere Israele per motivi di sicurezza non sarebbe la cosa giusta da fare. Eppure oggi il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha messo in guardia la sua comunità anche sui rischi del copricapo che li identifica. Rinunciarci non è sbagliato, soprattutto in quartieri ad alto tasso di presenza musulmana.

Gli ebrei non devono nascondersi per paura, e la maggior parte delle istituzioni ebraiche sono ben protette. La questione è però se sia effettivamente ragionevole lasciarsi identificare come ebrei, in quartieri problematici, con un’alta presenza di musulmani. O se sia meglio portare un altro copricapo“, ha detto Schuster parlando all’emittente radiofonica Rbb. Parole che non è riuscito a pronunciare, senza osservare di esserne a sua volta sorpreso: “Si tratta di uno sviluppo che non avrei immaginato cinque anni fa, ed è già un po’ spaventoso“. La kippah del resto, gli ha fatto notare qualche rabbino in giornata, non è un indumento sacro, e dunque può essere sostituito, senza dover affrontare dilemmi.

Josef Schuster succede nel suo incarico a Dieter Graumann, l’uomo che la scorsa estate, dalle pagine del britannico Guardian, aveva sostenuto che gli ebrei vivono oggi “il tempo peggiore dall’era del nazismo“. L’affermazione era arrivata nei mesi delle manifestazioni per Gaza che, in Germania come nel resto d’Europa, avevano fatto registrare slogan antisemiti per le strade ed episodi di violenza, in un clima allarmante.

Da allora lo scenario è addirittura peggiorato: gli attentati di Parigi hanno mostrato infatti che gli ebrei possono essere effettivamente un bersaglio del terrorismo islamico. Di qui i nuovi reiterati inviti alla prudenza: su tutti quello di Netanyahu che ha suggerito di lasciare l’Europa e scegliere Israele. Gli ebrei non devono avere paura, è l’esortazione di Schuster, invece, ma oggi nei suoi toni rassicuranti ha aggiunto un tassello: non è insensato non farsi riconoscere.

E, in Germania, non è il primo messaggio di questo tipo. Giorni fa la comunità ebraica di Berlino è stata costretta a camuffare un mensile gratuito per rispondere alle preoccupazioni degli abbonati, che temevano di essere riconosciuti come ebrei attraverso la rivista finendo con l’essere esposti a dei rischi. Adesso il magazine viene spedito in una busta chiusa, praticamente un modo per nasconderlo.

Intanto è la fondazione Amadeu Antonio a confermare che l’agitazione crescente della comunità non sia infondata: i reati di matrice antisemita sono in aumento. Da dati governativi emerge che che l’anno scorso nel Paese ne sono stati registrati 864 (erano stati 788 nel 2013).

(Fonte: Corriere del Ticino, 26 Febbraio 2015)


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